6 dicembre 2010

Riparte "Chiare, fresche e dolci acque..." con Edoardo Vianello

Il progetto dedicato agli studenti delle scuole superiori



Dopo il grande successo riscosso nell’edizione precedente, anche quest’anno viene riproposto “Chiare fresche e dolci acque…”,

l’itinerario di studio, che vede protagoniste le fontane storiche della Capitale, importante patrimonio monumentale e artistico della città. Il progetto, nato dalla collaborazione fra l’Assesorato alle Politiche Educative scolastiche del Comune di Roma e le Relazioni Esterne e Comunicazione di Acea, coinvolgerà le classi della scuola secondaria di secondo grado e prenderà il via con una giornata di formazione per i docenti nella quale parteciperà Edoardo Vianello. L’artista, infatti, come nell’anno passato, curerà un evento/spettacolo per le che si terrà in seguito presso il Museo di Roma in Trastevere in cui proporrà l’ascolto di brani inediti di musicisti contemporanei, realizzati sulla scorta delle suggestioni sensoriali che l’acqua e le fontane suscitano. “L’acqua, i suoni, la memoria” è il tema del progetto al quale dovranno ispirarsi i ragazzi che dovranno ideare e produrre una composizione di musica e parole dedicata a questo prezioso elemento. La “memoria” a rappresentare gli eventi che hanno coinvolto Roma in passato, con particolare riferimento al periodo risorgimentale e alla “Questione Romana” che ha portato Roma, una volta liberata, a divenire la capitale di un sistema unitario. In palio per la classe vincitrice un impianto a pannelli fotovoltaici che verrà installato sui tetti dell’edificio scolastico.

Nel web-portal www.ambientandoci.it sarà possibile seguire tutte le tappe del progetto, trovare le informazioni necessarie per la ricerca di gruppo sul tema dell’acqua e una scheda da compilare per partecipare alle visite guidate organizzate alle camere di manovra di Fontana di Trevi e del Fontanone del Gianicolo.

Riparte "Chiare, fresche e dolci acque..."


Edoardo Vianello canta "Il Capello" (da "I Migliori Anni")

3 dicembre 2010

Tra gli ospiti de I Migliori Anni: Edoardo Vianello, Paul Young, Paolo Villaggio, Nek


Consueto appuntamento settimanale, venerdì 3 dicembre alle 21.10 su Rai 1 con l’undicesima puntata de “I migliori anni”, il programma musicale ideato e condotto da Carlo Conti, abbinato quest’anno alla Lotteria Italia.

Per i favolosi anni ’60 tornerà la musica di Edoardo Vianello, da sempre emblema del boom di quegli anni con i suoi amatissimi successi; e ancora il gruppo musicale italiano I Ribelli con “Pugni chiusi; e Louiselle con “Andiamo a mietere il grano”.

Ospite di Carlo Conti il attore, scrittore e regista Paolo Villaggio, nei panni di uno dei suoi personaggi più celebri: il Ragionier Ugo Fantozzi che salirà sul palco dell’Auditorium Rai insieme a Milena Vukotic, interprete di sua moglie Pina nella fortunatissima saga cinematografica. Insieme al conduttore ripercorreranno le “tragicomiche” vicende dell’impiegato più famoso d’Italia con i momenti memorabili della loro carriera.

Ospite della puntata il cantante britannico Paul Young, un vero mito della musica pop degli anni ’80 che, con le note soul e il romanticismo delle sue canzoni ha regalato momenti indimenticabili di quegli anni con bani come: “Everytime you go away” e “Love of the common people”.

Altra ospite molto amata dal pubblico e dalla critica, la cantante Marcella Bella, che canterà i suoi successi “Senza un briciolo di testa” e “Nell’aria”.

Per lo sport saranno in studio Adriano Panatta e Paolo Bertolucci,due dei quattro componenti della squadra italiana che conquistò la Coppa Davis nel 1976 in Cile, che regaleranno al pubblico le emozioni delle loro storiche vittorie.

Per rappresentare gli anni ’90 il cantautore emiliano Nek con i suoi grandi successi “Laura non c’è”, Lascia che io sia” e il nuovo singolo “E da qui” estratto dalla raccolta “Greatest Hits 1992-2010” uscita il 16 novembre.

Per finire il giudice di gara di “Giochi senza frontiere” dal 1965 al 1982,Guido Pancaldi, che racconterà al pubblico la storia del celebre programma televisivo insieme al volto storico della Rai Rosanna Vaudetti.

1 dicembre 2010

I favolosi anni 60 - Edoardo Vianello

augusto.sciarra@rai.it

25-11-2010 da Isoradio.it

"Quelle degli anni 60 sono state le uniche, vere canzoni italiane. Da Modugno in poi c'è stato un grande rinnovamento. Poi sono state ricopiate le canzoni provenienti dall'Inghilterra e dall'America. Ma non ci sono più stati pezzi all'italiana come quelli di Luigi Tenco, Gino Paoli, Sergio Endrigo, Pino Donaggio e i miei". Lo ha detto Edoardo Vianello, che ha aggiunto: "Nel mio repertorio, "Pinne, fucile ed occhiali" è la canzone cui sono più affezionato. E' originale perché è lenta, semplice, lineare. A me è sempre piaciuto scandire perfettamente le parole".

In quel periodo non ha avuto molti passaggi televisivi. Perché ?

"Non sono mai stato un personaggio. - ha spiegato - Mi si identificava con le mie canzoni. Per molti anni sono stato sempre quello del "Capello", "Guarda come dondolo", "Abbronzantissima". La RAI, dovendo fare spettacolo, chiamava i nomi che più gli facevano gioco. Il juke box era il mezzo per lanciare i miei dischi . Le mie erano canzoni da ascoltare al mare. Eppure non ho mai partecipato al Festivalbar nè al Disco per l'Estate".

Edoardo Vianello ha un ricordo bellissimo di Mina. Racconta:

"Nell'estate del 1960 mi trovavo a San Benedetto Del Tronto. Giravo con una 600 sgangherata e una tenda da campeggio. Quando seppi che Mina si sarebbe esibita in un locale della zona, feci di tutto per conoscerla e farle sentire i pezzi che avevo composto. La sera stessa mi invitò a salire sul palco per cantare e mi fece molti complimenti. Il giorno seguente andai a trovarla in albergo dove mi chiese di incidere una mia canzone ("Che freddo"). L'anno dopo mi volle come ospite al primo Studio Uno, quello con le gemelle Kessler e Don Lurio. Oggi nessun artista avrebbe la generosità di fare tutto questo".

Parlando di Rita Pavone, ha detto: "La sentii per la prima volta al Festival degli Sconosciuti di Ariccia. Io ero l'ospite d'onore. Aveva molta grinta. Per lei scrissi "La partita di pallone" e "Sul cucuzzolo della montagna" .

Quale è stato il momento più bello della sua carriera ?

Ha confessato: "Quando andai a ritirare l'assegno per le vendite del disco "I Watussi" .

23 novembre 2010

Sanremo tra il nuovo e il classico.


Roma, 22 nov. (Adnkronos) - Anna Oxa, Nina Zilli, Max Pezzali, Emma e Roberto Vecchioni, che nella serata delle canzoni storiche interpreterà 'O surdato 'nnamorato'. Queste alcune delle anticipazioni sul Festival di Sanremo pubblicate sul numero di 'TV Sorrisi e Canzoni' in edicola domani con un'intervista esclusiva a Gianni Morandi, conduttore e direttore artistico insieme con l'altro direttore artistico Gianmarco Mazzi.
'Per accontentare tutti quelli che mi chiedono di partecipare avrei bisogno di un Festival che duri 20 giorni. E questo nonostante ci siano molti artisti che vorrei avere ma non hanno voglia di mettersi in gioco, magari gli stessi che si sono serviti di Sanremo e sono diventati famosi grazie al Festival'' polemizza Gianni Morandi.
Quanto ai cantanti in gara, la parola passa al direttore artistico Gianmarco Mazzi: ''Siamo a buon punto. Posso anche anticiparle che nella serata delle canzoni storiche dedicata all'Unità d'Italia Vecchioni cantera' ''O surdato 'nnamurato', dice Mazzi.

Altri titoli storici? ''C'è un artista, ma non so ancora se verrà, che vorrebbe cantare 'Addio mia bella addio'. Ma come canzoni storiche noi intendiamo non solo quelle patriottiche: valgono anche quelle della belle epoque, della contestazione o quelle di Edoardo Vianello, tipiche degli Anni 60. Penso a operazioni come quella dei Negramaro con 'Meraviglioso' o di Carmen Consoli che all'Ariston l'anno scorso cantò 'Grazie dei fior'. La cosa bella è che faremo una compilation di queste interpretazioni il cui ricavato andrà in beneficenza».

COMUNICATO DI EDOARDO VIANELLO

A un’assemblea di artisti, poco prima del naufragio del mio mandato di presidente dell’Imaie, dovuto ai siluri dal Prefetto di Roma Pecoraro, sparati su pressione dei soliti noti, rivolsi ai presenti un forte appello affinché gli stessi, una volta per tutte, facessero sentire la loro voce e dessero vita e sostanza alla nebulosa affermazione che “l’Imaie è degli artisti”, appropriandosene veramente.

Poi è accaduto tutto quello che sappiamo. Stupefatti, continuiamo a domandarci come sia possibile che il governo, per mettere da parte me abbia dovuto addirittura emanare un decreto legge (quanto mi sentirei importante se non sapessi che l’obiettivo era un altro).

Vi risparmio l’elenco di tutti i tentativi che ho fatto nella mia posizione di ultimo presidente dell’Imaie per evitare la liquidazione dell’Ente. Non voglio fornire facili argomenti a chi sostiene che il mio impegno fosse mirato principalmente alla conservazione di una poltrona, oltretutto scomoda e poco presidenziale.

Comunque, ora, per la soddisfazione dei cospiratori in agguato, siamo alla resa dei conti. Con questo risultato:

Un signore, nominato da un ministro barcollante, su parere di un capogabinetto, convinto a sua volta da un sottosegretario, ci informa che la Nuova Imaie (i cui proprietari rimangono sempre e solo gli artisti) avrà un presidente governativo, subirà il controllo di tre ministeri, si baserà su uno statuto già deciso dai sindacati e dovrà farsi carico di un parco dipendenti, in buona parte responsabile del fallimento dell’Istituto, traslocato automaticamente e in blocco dalla Vecchia Imaie alla Nuova.

Viceversa, gli artisti soci (cioè i veri proprietari dell’Imaie) per poter partecipare alla vita sociale dell’Ente e far sentire la loro voce dovranno prima lavorare per impinguare le casse del nuovo Istituto, e poi superare un esamino per verificare se sono veramente artisti oppure abusivi che sarebbero meglio impiegati a vendere pesce o carne in scatola.

E chi sono gli esaminatori?

I soliti noti di cui sopra, autoqualificatisi “professionisti” grazie alla laurea che portano appesa all’aureola.

Se siete convinti che stia sproloquiando, furioso per aver perso l’ambita presidenza, voltatemi le spalle senza rimorsi, altrimenti abbiate il coraggio di darvi una scossa prima che sia tutto perduto.

Io ci sarò, non nel gruppo di testa, ma in mezzo a voi tutti.

Edoardo Vianello

5 novembre 2010

Edoardo Vianello: «Vi racconto i mie magnifici anni Sessanta»


Edoardo Vianello

Edoardo Vianello

VENEZIA. Edoardo Vianello, il re dei tormentoni estivi anni ’60, ha venduto qualcosa come 50 milioni di dischi in Italia e nel resto del mondo con brani come “Abbronzatissima”, “I watussi”, “La partita di pallone”, “Guarda come dondolo” e “Pinne, fucile ed occhiali”. Nei giorni scorsi il cantautore romano, 72 anni, ha raccontato i suoi anni ruggenti in un incontro a Palazzo Ducale. L’incontro, che ha visto anche la partecipazione di Neri Marcorè e Marino Bartoletti, è stato il terzo di quattro appuntamenti dedicati ai Sixties, collegati alla mostra itinerante di Eni ”Il cane a sei zampe: un simbolo tra memoria e futuro” esposta al museo Correr sino al 7 novembre.
Abbiamo colto l’occasione per intervistare Vianello.

Come sono stati i suoi anni ’60?
«Sicuramente ho vissuto insieme ai miei amici e colleghi forse il momento più bello per la musica italiana, perché si veniva dal torpore della musica melodica a questa novità che è stata iniziata da Domenico Modugno: l’epoca dei cantautori. Come in tutte le cose, all’inizio si ha sempre il meglio di ogni cambiamento. In quel momento, ho fatto parte di questo gruppo di cantautori, io ero un po’ diverso dagli altri perché facevo musica spensierata, mentre loro erano più romantici, più melodici e più impegnati. Però ho vissuto con loro questo momento magico che poi purtroppo non si è più ripetuto perché all’inizio quando c’è un entusiasmo, una voglia di competere uno con l’altro, si ottiene il meglio».

Con le sue canzoni che sono diventati degli autentici tormentoni lei ha costituito un elemento di novità per la sua capacità di rielaborare in chiave personale i modelli americani e per avere reso protagonisti per la prima volta i giovani con la loro spensieratezza e voglia di divertirsi.
«Questo è dipeso principalmente dall’idea che io aveva del fare musica. Secondo me, fare la musica significava divertirmi e fare divertire gli altri, non ero interessato a lanciare dei messaggi come altri cantautori. Quindi, cercavo sempre degli argomenti che fossero leggeri, spiritosi e in questo ha molto contribuito la mia collaborazione con Carlo Rossi che ha scritto tutti i testi dei miei brani dell’epoca. Mi sono poi trovato a capire che questo mio genere piaceva, così ho insistito e ho cercato di distinguermi rispetto agli altri. Inconsapevolmente ho creato un mio genere personale».

Ennio Morricone, premio Oscar alla carriera, fu l'arrangiatore di Vianello

Ennio Morricone, premio Oscar alla carriera, fu l'arrangiatore di Vianello

Tra l’altro la coppia compositiva Vianello e Rossi è stata affiancata da un arrangiatore di eccezione: Ennio Morricone che sperimentò soluzioni innovative come il rumore dell’acqua su “Pinne, fucile ed occhiali”.
«Ho avuto la fortuna di lavorare con Morricone il quale a sua volta si è divertito con le mie canzoni perché ovviamente erano fuori dai normali canoni. Quindi, il fatto di poter fare un arrangiamento su una cosa che già in partenza era curiosa lo ha stimolato ad aggiungere tutta la sua genialità e il suo estro».

Gli anni ’60 hanno costituito anche un periodo di grande entusiasmo che ha portato al boom economico e al protagonismo dei giovani.
«Vivevamo ancora di nostra luce perché venivamo dal periodo buio del dopo guerra e c’era in tutte le arti un senso di rivalsa e di entusiasmo che ha portato ad avere il meglio a cominciare dal cinema per continuare con la canzone e altre forme di espressione. Tutti eravamo contenti dei piccoli progressi che l’Italia stava facendo e ogni conquista era sentita con grande entusiasmo.
Oggi siamo tutti viziati e abbiamo tutto, per cui appena ci manca per cinque minuti la corrente elettrica entriamo in crisi. Era un momento anche di grande solidarietà e di grande speranza, i giovani erano quelli che davano il maggior impulso. Oggi, invece, i ragazzi sono un po’ lenti a partire mentre allora si partiva prestissimo, c’era urgenza di entrare nel mondo del lavoro».

Negli anni ’60, l’Italia al contrario di oggi aveva un mercato protezionistico nei confronti della propria musica, oggi, invece, trattiamo qualsiasi artista americano o inglese anche mediocre come una star mentre bistrattiamo i nostri artisti.
«E’ vero, oggi la nostra musica non è più difesa. Naturalmente, la musica che ci arriva dall’estero è musica ben fatta, ben confezionata, ben pubblicizzata con un marketing vero. Noi siamo rimasti un po’ dilettanti sotto questo punto di vista, più spontanei ma meno professionali per cui gli altri ci sovrastano. Le grandi case discografiche americane quando pubblicano un disco lo lanciano contemporaneamente in tutto il mondo già sapendo dove arriverà. Noi, invece, facciamo ancora le cose artigianali. Poi, ai miei tempi in Italia c’erano un sacco di realtà discografiche, come la Rca italiana, la Durium, la Fonit Cetra ed un’infinità di piccoli produttori che facevano la forza del mercato discografico nazionale. Oggi, non c’è niente del genere, ci sono solo quelle quattro grandi multinazionali che comandano il mercato mondiale e non fanno passare nessuno. Quindi, oggi, un artista che volesse esprimersi non ha le possibilità».

La copertina di un disco di Vianello degli anni '60

Un giovane Vianello nella copertina di un disco

La nostra musica non è tutelata…
«E non c’è difesa da parte dello Stato che probabilmente dovrebbe difendere il nostro patrimonio culturale, perché nel nostro Paese la musica è stata sempre un po’ snobbata. Allo stesso modo anche il cinema è stato un po’ abbandonato, dopo i grandi fasti dei grandi registi neorealisti. Oggi, il mercato è monopolizzato dai kolossal americani e giusto casualmente qualche film italiano riesce ad inserirsi nel mercato. Due grandi patrimoni come la musica e il cinema non sono protetti».

E il pubblico?
«Il pubblico è diseducato, non si interessa, non si informa, per cui chi non ha la forza di far sapere che è uscito un proprio prodotto, non è supportato dall’idea che c’è qualcuno che sta cercando di capire cosa succede. Anche il pubblico si fa imbambolare dalla grossa promozione che sanno fare gli altri per cui la nostra musica scompare. E quando poi non si vendono dischi ovviamente non c’è nemmeno la voglia di produrre delle cose nuove, perché un artista si rende conto che non riesce nemmeno a vivere del proprio lavoro. Poi, se andiamo a vedere da quanti anni sono sempre gli stessi artisti che sono alla ribalta, proprio perché avendo ormai un loro mercato riescono a sopravvivere e continuano, quindi, ad investire e a proporre. Le generazioni nuove hanno veramente grosse difficoltà. Comunque, manca quella zona media che c’era invece negli anni ’60, c’era una fascia media di artisti che di tanto in tanto riusciva a piazzare qualcosa della loro produzione e oggi questa fascia media non esiste più. Oggi, ci sono solo quei 10 grandi big o qualche sopravvissuto, come me, che ovviamente deve sbracciarsi per mantenere la propria posizione. Questa è la cosa più fastidiosa, perché se un artista non è rilassato, non è felice, poi non produce, non si mette a scrivere».

Lei è stato il cantore dell’estate, del mare e del divertimento spensierato.
«Vedo che più passa il tempo e più questa musica viene apprezzata, mentre all’inizio erano considerate solo canzonette e poi per mia fortuna sono state apprezzate e rivalutate. Questo mi ha permesso di avere una carriera che dura ormai da 54 anni. Sono canzoni che hanno ancora a che fare con la nostra tradizione e la nostra melodia. Le mie canzoni sono tutte orecchiabili, come era solito fare l’autore italiano un tempo. Quando scrivevo le canzoni, cercavo sempre di realizzare delle linee melodiche orecchiabili di cui la gente potesse appropriarsene e a sua volta ricantarle».

Sophia Loren in Ieri, oggi e domani canta

Una sexy Sophia Loren in Ieri, oggi e domani canta "La partita di pallone"

Gli anni ’60 passeranno alla storia anche per il numero di dischi che si vendevano, “Abbronzatissima”, ad esempio, ha venduto 7.300.000 copie, una cifra che oggi fa tremare i polsi.
«In una statistica che mi ha consegnato la Siae “Abbronzatissima” è compresa tra le 10 canzoni più ascoltate all’estero nell’ultimo decennio. Cosa che io nemmeno immaginavo ma che costituisce un grande motivo d’orgoglio».

Come sono state le sue esperienze musicali all’estero?
«Io ho avuto modo di suonare quasi in tutto il mondo, nel Nord America, Sud America, Giappone e Corea. Scoprire che qualcuno conosce ed apprezza una mia canzone in un posto lontano dall’Italia è la cosa che mi inorgoglisce di più. Il fatto che una mio brano sia riconosciuto mi fa piacere ancora di più di essere riconosciuto come cantante, perché una canzone è qualcosa che può rimanere nel tempo. Se tra le migliaia di proposte musicali ancora qualcuno lontano dal nostro Paese mantiene il ricordo di queste canzoni è un fatto che mi fa impazzire di gioia e sono sorpreso per primo io. Sono canzoni per le quali prima negli anni ’60 tutto sommato mi guardavano un po’ strano i critici e i miei colleghi però poi sono rimaste perché in realtà sembra quasi che rappresentino gli anni ’60 anche se negli anni ’60 c’era tanta altra roba. Però sono rimaste più queste canzoni di altre che al momento venivano reputate più valide. Credo che il segreto della conservazione del ricordo di queste canzoni stia nel fatto che fossero particolarmente originali e diverse da quella che era la produzione generale. Quindi, questo essere di una nicchia particolarmente indipendente rispetto agli altri, al pubblico di ritrovarsi».

Lei ha scritto queste canzoni ponendosi l’obbiettivo di realizzare dei tormentoni estivi oppure si è trattato di un processo creativo più spontaneo?
«No, non immaginavo che sarebbero diventati dei tormentoni. Io pensavo che fosse un gioco da ragazzi quello di cantare fare dei dischi. Infatti pensavo che a 30 mi sarei messo a fare un lavoro più serio. Non immaginavo, invece, che avrei potuto fare della musica addirittura una carriera. Era un divertimento, vedevo che con queste canzoni la gente sorrideva e si divertiva ma non pensavo che avrebbero potuto avere una valenza e diventare dei punti fermi nella memoria della gente. Forse è stata proprio questa inconsapevolezza che mi ha permesso di scrivere delle cose sbarazzine, cioè senza pensarci troppo. Se avessi immaginato che era una grande responsabilità scrivere una canzone forse avrei avuto il pudore di comporre cose completamente diverse. Invece, io pensavo che fossero cose completamente usa e getta per ragazzi, un genere divertente, che si balla e poi si dimentica. Invece, sono cose che per fortuna sono rimaste nel cuore».

Ne Il soprasso con Vittorio Gasman e Jean-Louis Trintignant si possono ascoltare

Il sorpasso con Vittorio Gasman e Jean-Louis Trintignant, nel film si possono ascoltare "Guarda come dondolo" e "Pinne, fucile ed occhiali"

Queste canzoni sono passate alla storia anche grazie a film importanti.
«Ho avuto la fortuna che alcune mie canzoni siano finite in film, considerati pietre miliari del cinema. Ma lo stesso Il sorpasso, nel momento in cui uscì quel film, non si immaginò mai che potesse diventare un pilastro della cinematografia italiana. Anche lì c’era il divertimento da parte del regista Dino Risi di raccontare una storia tipica italiana del solito spaccone che deve fregare tutti, sfruttando la situazione. Non credo che lo stesso Risi pensasse che il film sarebbe diventato una pietra miliare del cinema. Quindi, ritrovarmi ad avere addirittura due canzoni (“Guarda come dondolo” e “Pinne, fucile ed occhiali”) in quel film che viene citato e ricordato in continuazione ha dato un valore aggiunto anche alle musiche. Tra l’altro, quelle canzoni furono inserite nel film successivamente al loro successo e Dino Risi le scelse perché rappresentavano i successi dell’anno che lui stava raccontando, cioè il ‘62. Io me ne sono accorto quando sono andato a vedere il film, perché durante la proiezioni mi sono reso conto che c’erano le mie canzoni e sono caduto dalle nuvole. Si sentivano i due brani cantati da me ma non solo perché poi in alcune scene c’era addirittura Vittorio Gassman che canticchiava i ritornelli.Oggi, non so cosa si farebbe per avere un pezzo in una pellicola, invece, allora fu una cosa naturale, spontanea. Oggi, non potrebbe succedere una cosa del genere perché gli spazi di un film vengono lottizzati. Ovviamente un film è un veicolo per promuovere la musica, per cui le case discografiche tentano di piazzare le canzoni all’interno di un film sperando che questo sia un sistema valido per vendere più dischi. Allora fu una cosa veramente spontanea, una scelta del regista che tra l’altro nemmeno conoscevo. Poi, su Ieri, oggi, domani di Vittorio De Sica c’era Sophia Loren che cantava la mia canzone “La partita di pallone”. Quel film vinse l’Oscar e all’epoca per darmi un po’ le arie dicevo scherzando che avevo vinto l’Oscar pure io».

Michele Bugliari
3 novembre 2010

www.veneziamusica.it


23 ottobre 2010

Edoardo Vianello ospite alla mostra di ENI a Venezia


La mostra itinerante di Eni dal titolo “Il cane a sei zampe: un simbolo tra memoria e futuro”, dopo l’enorme successo riscontrato a Roma e Milano, è sbarcata in Laguna al Museo Correr. “Il cane a sei zampe” ripercorre la storia di Eni dal 1952 a oggi attraverso le trasformazioni del suo celebre logo.
La mostra è aperta al pubblico fino al 7 novembre. Durante l’esposizione Eni ha organizzato 4 incontri dedicati agli anni del boom economico. Parleranno di quegli anni Neri Marcore’ e Marino Bartoletti che avranno come ospiti
Corrado Augias (15 ottobre, “Gli anni Sessanta”),
Vittorio Ravà (22 ottobre “I miti degli anni Sessanta”),
Edoardo Vianello (29 ottobre “La musica degli anni Sessanta”),
Pupi Avati (5 novembre “Il cinema degli anni Sessanta).
Gli incontri si svolgeranno alle ore 18 nella sala dello scrutinio di Palazzo Ducale.

14 settembre 2010

Buona serata, signor Vianello !


Dal 14 ottobre al 17 ottobre 2010
Buona serata, signor Vianello
con Edoardo Vianello

infoline: 06.45553476

Buona serata, signor Vianello” non è una biografia drammatizzata. Non è un occhio indiscreto sulla vita artistica e privata di colui che è stato da molti definito come il Re Midadell’estate. E non è neanche il racconto di una vita. “Buona serata, signor Vianello” è una dedica emozionante e scanzonata travestita da commedia. E’ uno spettacolo dedicatoa tutti gli smemorati di successo. Dedicato a tutti quelli che “gli altri non esistono se non sono pubblico”. A tutti quelli che “lei non sa chi sono io”, solo perché non sanno chi sei, ma che ricordano benissimo chi eri. Dedicato a chi ha reciso le radici, credendo di essere finalmente un uomo migliore, senza accorgersi di non essere più nemmeno un uomo. E dedicato infine a tutti quelli a cui si è indurito il cuore, tanto da essersi convinti che il Natale è una fesseria e Babbo Natale non esiste. “Buona serata, signor Vianello” dunque è la storia di tutti i Vianello della storia a cui il successo, i soldi e la gloria hanno tolto l’anima e il sorriso. Finché una notte – la notte di Natale – non ci si trova a fare i conti col proprio passato dimenticato, con la solitudine del presente e con un futuro umanamente incerto. Ed è dall’incontro-scontro con la propria vita e con se stessi che nasce un altro uomo. Un uomo nuovo, più vero, più autentico, più sincero. Una sorta di metamorfosi kafkiana all’incontrario: dal brutto del presente, questa volta si torna al bello del passato.

Ma ad Edoardo Vianello, a quello dei watussi, delle gambe ad angolo, di abbronzatissima è successo davvero tutto questo? No, ma forse, gli sarebbe potuto accadere. E allora, meglio prevenire che curare. Cosa volete che vi dica: buona serata a tutti e buona serata a lei, signor Vianello.

Presentato daThe Big One srl
AttoriEdoardo Vianello, Adriana Alben, Francesca Ceci,
Davide Lucchetti, Giovanni D'Andrea.
Regia diGiovanni de Feudis
Scritto daGiovanni de Feudis
Musiche diMuzio Marcellini
Scenografie diAndrea Bianchi
Orario dello spettacoloMartedì - Sabato alle ore 21:30, Domenica alle ore 18:00
Informazioni sui prezziplatea 27,00 - balconata 22,00


20 agosto 2010

Edoardo Vianello ospite di "Un mare di libri 2010"


Mercoledi 21 luglio 2010 al Cavalluccio Marino di Lido di Camaiore (Lu), Edoardo Vianello ha presentato il libro "Il re Mida dell'estate" (Curcio Editore) nell'ambito della rassegna "Un mare di libri".

2 agosto 2010

Edoardo Vianello, cantante di celebri odi alle vacanze, lo ricorda come un simbolo di libertà. “Ci voleva forza e tecnica, oggi si vuole tutto facile”

Repubblica 25.07 .2010
“Snob e romantico, con lui portavi le ragazze al largo”
L'intervista
SILVIA FUMAROLA

ROMA — «Il pattino ti dà l’idea della giornata a mare, era un momento importante; era bello fare il bagno al largo, magari invitare una ragazza. Il pattino creava subito un clima romantico, insomma lo usavamo per fare approcci più intimi...». Edoardo Vianello ha cantato il fascino del pattino nelle sue canzoni e lo rivaluta, anche se ormai è scomparso.
Vianello, i pattini sono spariti dalle spiagge.
«È un peccato, ormai vogliamo tutti
la comodità: gommoni barchette a mo
tore; in effetti era faticosissimo andare
in pattino, dovevi saper remare, ci vole
va tutta la forza. Io prendevo il pattino a
Ostia, mi piaceva e mi dava un senso di
libertà».
Lo ha cantato nelle sue canzoni.
«Tante volte. In Prendiamo in affitto
una barca cantavo “Facciamoci dare
un pattino fino al tramonto”, perché
una volta era così. Lo prendevi per fug
gire dalla spiaggia, per stare insieme al
le ragazze. Erano belli, solidi, di legno
laccato, il simbolo della vacanza».
Ha rappresentato un’epoca, pensa
che potrebbe tornare di moda in ver
sione riveduta e corretta?
«L’evoluzione del pattino è stato il
pedalò, ma il pattino era più affasci
nante, perché era anche un bellissimo
oggetto di design... Forse se inventasse
ro qualcosa di più leggero potrebbe
tor
nare di moda, diventerebbe snob anda
re in pattino, un ritorno alla lentezza».


25 luglio 2010

Grande successo per il concerto di beneficenza di Edoardo Vianello.


Numana (Ancona) - Come preannunciato ed auspicato, non sono state tradite le aspettative, la serata benefica è stata coronata da un vero successo, effettivamente Villa Taunus “ Le Azalee “ per una notte, ha fatto rivivere ai numerosi partecipanti in una cornice di eleganza, buongusto, le famose serate della Versilia anni 60 organizzate alla Bussola, il ns. valore aggiunto è stata la solidarietà. Nulla è stato lasciato al caso, e grazie alla professionalità di tutti coloro che hanno lavorato sinergicamente, tutto è andato per il meglio. Quindi un grazie di cuore, và al protagonista EDOARDO VIANELLO che è stato impareggiabile nel riportare gli intervenuti alle atmosfere divertenti e spensierate dei favolosi Anni 60, e come se il tempo non fosse mai trascorso, tutti hanno iniziato a ballare il CHA CHA CHA, IL TWIST , L’ALLIGALLI e QUALCHE ROMANTICO LENTO. All’altezza della situazione anche la band, le vocalist “ Le tremoline “, ed i tecnici del suono e delle luci.

Tutto ciò non sarebbe stato possibile, senza l’infaticabile organizzazione della Presidentessa della Associazione Polepole Amneris Falappa Catena, del suo staff, dello Chef Marco Braconi, del suo staff e della sua famiglia, oltre alla collaborazione di Franco Corelli, esperto di eventi e titolare della Communicashown.

Unica nota stonata, ma prevedibile, l’intervento anticipato dei Vigili Urbani intorno alle ore 22, che ligi al loro dovere, sollecitati da qualche abitante viciniore già sollecitavano a non superare le ore 11,30 con il concerto, di conseguenza, con sommo rammarico del protagonista Edoardo Vianello e dei suoi Artisti, gli ultimi 6 brani e gli immancabili bis, non hanno potuto aver luogo, interrompendo dolcemente, quello che si paventava come un crescendo Rossiniano, è diventato un coitus interruptus, grazie all’ egoismo o all’invidia di pochi, che non riescono a concepire il divertimento degli altri, sacrificandosi almeno un po’, non solo in favore del divertimento del proprio prossimo, ma anche in favore della solidarietà destinata a persone meno fortunate di loro, che non è stata invece disattesa dagli intervenuti, anche attraverso donazioni extra, dimostrando che per fortuna non siamo tutti uguali.

Poi non ci si può lamentare se vengono scelte dai turisti, altre riviere, per il divertimento di massa, che specialmente in un momento di congiuntura economico-industriale come questo che stiamo vivendo, rappresentano la linfa vitale per il rilancio dell’economia locale e nazionale; senza voler pensare ai giovani che per divertirsi, devono recarsi sulla riviera romagnola, mettendo a rischio le loro vite, per le famose stragi del Sabato sera, ciò dovrebbe far pensare tutti, convincendoli che un po’ di libertà personale è segno di civiltà, ma il sordido egoismo può diventare deleterio per tutti e tutto.

Redazione Anconainforma.it

Grande Successo per Edoardo Vianello, ospite di "Un mare di libri"


Grande successo al bagno Cavalluccio Marino per "Un mare di libri" che ha visto protagonista il grande Edoardo Vianello, mito musicale delle estati degli anni sessanta.

Nella serata condotta da Demetrio Brandi con Monica Donati e Maria Elena Marchini e la partecipazione dello scrittore Michele Cecchini, Vianello ha presentato il suo libro - autobiografia "Il re mida dell'estate" (Curcio Editore) accennando alla chitarra alcuni celebri brani del suo repertorio.

Alla serata sono intervenuti l'assessore alla cultura del Comune di Camaiore, Claudia Larini - il presidente della circoscrizione Lido, Stefano Francesconi - l'assessore alla cultura del Comune di Camaiore, Claudia Larini - il presidente della Fondazione Carnevale di Viareggio, Alessandro Santini - il direttore della Fondazione Città di Camaiore, Alvaro Marchetti.

La rassegna - organizzata da LuccAutori con il patrocinio del Comune di Camaiore e della Circoscrizione Lido di Camaiore - si conclude mercoledì 28 luglio alle 21.15 con la serata dal titolo "Toscana da amare".

19 maggio 2010

Edoardo Vianello Allo Studio A (1965)


(dal http://cverdier.blogspot.com/)

Nel 1965 Edoardo Vianello è uno dei numeri uno della canzone italiana: ha già inciso 42 canzoni (32 scritte da lui), molte delle quali sono entrate in classifica; richiestissimo e pagatissimo nelle serate dal vivo, per muoversi tra uno spettacolo e l'altro ha percorso «290 mila chilometri di strada e preso 102 voli aerei». Ha mosso i primi passi da professionista grazie al fiuto di Teddy Reno come scopritore di talenti e si è affermato come cantante di successo dopo il lancio televisivo de Il capello a "Studio Uno", senza passare per la trafila dei concorsi per voci nuove, che allora erano tanto d'obbligo quanto oggi sembra sia d'obbligo il passaggio attraverso i talent show.

Il disco di cui ci occupiamo oggi nasce da un'iniziativa della RCA, che nel 1965 decise di lanciare una nuova collana di 33 giri a prezzo medio con le registrazioni, effettuate in studio ma dal vivo e alla presenza di un pubblico di invitati, di due fra i cantautori più noti all'epoca: Gino Paoli e, appunto, Edoardo Vianello. Lo studio A, gigantesco e unico in Italia, era il più grande tra quelli di Via Tiburtina: serviva di solito per le incisioni di grandi orchestre sinfoniche, ma poteva contenere circa un migliaio di persone e, pertanto, venne sfruttato anche per questi due concerti-evento che furono poi trasformati in LP.

Dalle chiacchierate che Vianello fa con il pubblico tra un brano e l'altro, emerge la verve di un simpatico intrattenitore, un valore aggiunto che risultò utile a Edoardo per definire un suo stile di cantante non necessariamente sentimentale e niente affatto intimista o "romantico". Successi come
I watussi, Abbronzatissima, Guarda come dondolo o Pinne, fucile ed occhiali hanno poco a che fare con le tradizionali storie d'amore tormentose e tormentate che hanno fatto la fortuna di altri cantautori dell'epoca. Sono piuttosto servite a etichettare Vianello come cantante d'evasione, ma questa etichetta a lungo andare ha finito col nuocergli. Nell'immaginario del pubblico, anche di quello odierno, Edoardo Vianello resta infatti il simbolo dell'Italia del boom economico. Le sue canzoni sono legate ai ricordi di estati dorate e felici e sono tra l'altro inserite in colonne sonore dicult movie, come "Il sorpasso" di Dino Risi, testimonianze significative e indelebili di quella stagione del costume italiano. Una volta cambiati i tempi, era pertanto inevitabile il suo declino discografico (prima della nuova affermazione come "I Vianella" e prima dell'ondata di revival che prese il via con il film "Sapore di mare"), anche se in qualche intervista televisiva o giornalistica Vianello ne ha attribuito la colpa a trasmissioni come "Bandiera gialla" e "Per voi giovani" che avevano cominciato a influenzare i gusti dei giovani mandando in onda modelli troppo british per essere compatibili con lo stile che lui aveva proposto e continuava a proporre.

In
Edoardo Vianello allo Studio A il cantautore romano presenta undici canzoni, molte delle quali già conosciute. Si parte con un accenno de I watussi (ma verso la fine del brano si percepisce un taglio che fa pensare che in realtà abbia eseguito la canzone per intero), per poi passare a una curiosa versione maschile di Ti ho conosciuto, già incisa da Rosy e da Rita Pavone. Verosimilmente il pezzo gli è stato proposto da Carlo Rossi, suo collaboratore abituale in quel periodo e autore del testo del brano, di cui un certo Dansavio (tutti sappiamo chi è) figura come compositore della parte musicale.

Arriva poi
Le tue nozze, canzone non sua ma proveniente dal team di Gianni Morandi, uscita poco tempo prima su 45 giri e presentata da Vianello al Festival di Zurigo. Il pezzo successivo è la facciata B dello stesso 45 giri: Da molto lontano ebbe in realtà maggior fortuna di Le tue nozze e merita di essere ricordato perché è il primo ad essere firmato da un giovanissimo Franco Califano. L'atmosfera si alleggerisce con una versione della Tremarella senza l'arrangiamento di Morricone, per poi caricarsi nuovamente di pathos con O mio signore, una delle canzoni di maggior successo di Vianello, anche all'estero, ad esempio nei paesi latinoamericani.

La seconda facciata si apre con una sentita cover di
Ragazzo mio di Luigi Tenco, per poi passare ad alcuni inediti: Tanti auguri a te, sempre di Califano, che fu incisa anche da Marisa Solinas, Quando vedo gli altri, che Vianello aveva tentato di portare a Sanremo ma che dovette ritirare per ordine della RCA a causa del boicottaggio che la casa discografica volle mettere in atto contro il Festival. Dopo Se ti incontrerò, il disco si chiude con una versione de Il peperone in cui si percepisce nettamente Vianello che canta non con il gruppo d'accompagnamento, né sopra una base musicale, ma direttamente sul disco inciso, tanto da ottenere un curioso effetto di doppia voce.

A risentirci

Orlando

EDOARDO VIANELLO ALLO STUDIO A (9-1965)
01 I Watussi (Rossi-Vianello)
02 Ti Ho Conosciuta (Dansavio-Rossi)
03 Le Tue Nozze (Migliacci-Zambrini)
04 Da Molto Lontano (Califano-Vianello)
05 Tremarella (Rossi-Vianello)
06 O Mio Signore (Mogol-Vianello)
08 Tanti Auguri a Te (Califano-Zambrini-Vianello)
09 Quando Vedo Gli Altri (Califano-Vianello)
10 Se T'incontrerò (Mogol-Pallavicini-Vianello)
11 Il Peperone (Rossi-Vianello)

17 maggio 2010

EDOARDO VIANELLO - Arriva un’altra estate con pinne, fucili ed occhiali

- di Mino Rossi

Edoardo Vianello sempre in tour con i suoi tormentoni più famosi nati nei favolosi anni Sessanta. Musica e humour, e le sfrenate invenzioni del paroliere Carlo Rossi. Il cantautore romano è un picaro delle spiagge, un trionfatore dei juke-box, un re Mida del mare. La popolarità dei Watussi e il cha-cha-cha della Cicciona mentre sulle passerelle spopolava Twiggy, la modella pelle e ossa. Twist e surf sulle terrazze degli stabilimenti balneari quando incrociavamo le mani "come farebbero i marziani". Ma il massimo fu l'hully-gully.

Maledetto picaro delle spiagge che ci hai costretti a fare quattro passi avanti, quattro indietro, tre avanti, un giro e ancora tre passi avanti con saltello per ballare l'hullygully al tempo dei Watussi sotto il Kilimangiaro che inventarono tanti balli e il più famoso era l'hullygully. Sono stati giorni di follie, in quegli anni Sessanta, e di ragazze abbronzatissime, a a a abbronzatissime, col profumo di salsedine e il viso nerissimo. Rotolavano i barattoli di Gianni Meccia, girava il mondo di Jimmy Fontana, tutti legati al granello di sabbia di Nico Findenco, e andavamo con pinne, fucili e occhiali a tuffarci con la testa all'ingiù in quel mare che era una tavola blu. Caro Edoardo Vianello, picaro delle spiagge, le tue canzoni a tutto volume nei lidi dell'estate a diffondere allegria e cha cha cha, simpatia e twist, amori a prima vista e surf, ancora echeggiano in riva al mare, sulle rotonde e sotto gli ombrelloni. Carissimo, ma vuoi vedere come dondolo ancora? Guarda come dondolo con le gambe ad angolo, con l'ultimo capello biondo che m'è rimasto, ma quale capello, è solo un crine di cavallo.

Siamo andati avanti così noi degli anni '30 e dintorni, i trentenni degli anni Sessanta, e il mio 1934 fu una magnifica infornata di talenti, Sophia e Brigitte Bardot, Yuri Gagarin, Giorgio Armani, Gino Paoli e Ornella Vanoni, l'anno in cui l'Italia vinceva la prima coppa del mondo di calcio. Tu venisti alla luce e alla canzone quattro anni dopo, nel 1938, in buona compagnia, Nino Benvenuti e Claudia Cardinale, Celentano, Califano, Maurizio Costanzo. A Chicago, quell'anno, esplose il boogie-woogie. In Italia si cantava faccetta nera e non ci davamo pace per Maramao che era morto nonostante non gli mancassero il pane e il vino. Natalino Otto si toglieva un sassolino dalla scarpa. Bene, Edoardo Vianello. Leggo la tua autobiografia ("Re Mida dell'estate", Armando Curcio Editore) e ricavo la notizia della fisarmonica che era di tua sorella, ma te ne impossessasti per inventare motivi ballabili e, a 18 anni, vai sul palco del Teatro Flaminio, a Roma, per lo spettacolo allestito dall'Istituto di ragioneria Leonardo Da Vinci, tu aspirante ragioniere e improvvisato gospelsinger, cantante di gospel con un quartetto di finti negretti, e ti metti a cantare good morning sister Mary, good morning brother John, nientemeno lo spiritual che Mahalia Jackosn canta a Newport sotto la pioggia. Era il 1956. Grace Kelly sposa Ranieri d i Monaco. Te ne vai a fare l'attore e il cantante nella Compagnia di Lina Volonghi, Alberto Lionello e Lauretta Masiero. Incontri un ragioniere, tu che non sei più diventato ragioniere, ed è Carlo Rossi, il paroliere romano che ha quasi vent'anni più di te e, a tambur battente, nascono i successi infiniti di "Abbronzatissima", la sesta canzone più cantata dagli italiani all'estero, 50 milioni di copie nel mondo, e "I Watussi", tra le quindici canzoni più eseguite in Italia.

John Fitzegerald Kennedy è il presidente della nuova frontiera, Mary Quant accorcia le gonne alle ragazze, Martin Luther King marcia pacificamente a Washington, la Rai apre un secondo canale televisivo, Neil Armstrong e Buzz Aldrin mettono piede sulla Luna, i quattro Beatles già marciano in fila indiana sulle strisce pedonali di Abbey Road a Londra. Erano i favolosi Sessanta, caro Edoardo Vianello. Cinquecentomila figli dei fiori andarono a Woodstock. Piovve e ballarono nel fango, nudi e con un po' d'erba, e Jimmi Hendrix cantò per due ore accompagnandosi con la celebre chitarra, e Joan Baez fu proprio l'usignolo di Woodstock. Chi siamo, non pensiamo al domani. E' il consiglio musicale del 1959. Lesley Hornby, la fantastica ragazza della swinging London, è magra come un legnetto, e perciò la chiamano Twiggy, fotomodella pelle e ossa. Ma tu, Edoardo Vianello, vai controcorrente con "Cicciona cha cha cha". Sanremo? "Che freddo" la cantano Sergio Bruni, Claudio Villa e Sergio Endrigo nel 1961. Il supremo Ennio Morricone introduce inconsuete sonorità negli arrangiamenti della tua allegria musicale. Siamo in pieno clima di tormentoni. Quanto ci hai tormentato, Edoardo Vianello? Il juke-box ha la febbre.

La pista è invasa. I piedi sono bollenti. Siamo due esquimesi nell'inverno di Alessandria, nel vento di Torino, nello sbadiglio di Milano. Carlo Rossi le inventa tutte. Ha una fantasia inesauribile, miscelatore straordinario di ironie che la tua musica, Edoardo, condisce ed elettrizza mentre la tua voce perentoria s'irradia affondando nei nostri padiglioni auricolari. Ti fanno il verso in tanti. Mina sulla stessa spiaggia e sullo stesso mare. Gino Paoli col sapore di sale e col sapore di mare. Ma la partita di pallone urlata da Rita Pavone è tua e di Carlo Rossi, il tandem che non perdona, la domenica mi lasci sempre sola per andare a vedere la partita. E, alla partita, gli altoparlanti diffondono watussi e abbronzatissime, pinne, fucili e occhiali che si sovrappongo a terzini, mediani e attaccanti. Siamo nel tuo mondo spiritoso e disimpegnato, Edoardo. Suona una tumba e mi vien la tremarella muovendo le mani, sfiorando col dito la bocca, incrociando le braccia. La tremarella del 1964 q uando ancora Gigliola Cinquetti non aveva l'età e dal poligono di Wallops Island, in Virginia, sparammo un razzo col primo satellite italiano. Ma noi in preda alla tremarella ballando il surf. Ci pensi, Edoardo? Il surf, incrociando insieme queste mani come farebbero i marziani. Così il tempo è volato. Mezzo secolo è volato sotto i raggi del sole (come è bello sognare) e alle falde del Kilimangiaro (dove ci sta un popolo di negri). Ed ora te ne vai fotografando le fontane di Roma, duemila fontane, le più famose e le più segrete dell'urbe, e non ti fermi mai, re Mida dell'estate, tormento ed estasi di noi che ai watussi gli arriviamo alle ginocchia e le abbronzatissime sono abbronzate tutto l'anno.

Da www.lisolaweb.com

11 maggio 2010

”Lotto per amore”, insieme agli artisti per una serata di solidarietà


Katia Ricciarelli, Enrico Brignano, Irene Fornaciari, Paolo Migone, Annalisa Minetti, Antonio Giuliani, Paolo Meneguzzi, Amedeo Minghi, Antonello Costa, Edoardo Vianello, Demo Mura e Silvia Mezzanotte. Ecco alcuni degli artisti che questa sera, in seconda serata (23.40), si esibiranno su Raidue per una serata di solidarietà. L’appuntamento è con ‘‘Lotto per amore’‘, un programma che sarà condotto da Giancarlo Magalli e Monica Setta e che prende spunto dall’azione congiunta del Corpo della Guardia di Finanza e la Fondazione Raphael Onlus. Entrambe, infatti, hanno portato alla realizzazione di numerosi progetti di solidarietà in favore dei bambini congolesi. Lo scopo è quello di tendere una mano a chi ne ha bisogno.
E un modo ”leggero” per farlo è proprio con buona musica e comicità.

Francesca D’Amico