19 maggio 2010

Edoardo Vianello Allo Studio A (1965)


(dal http://cverdier.blogspot.com/)

Nel 1965 Edoardo Vianello è uno dei numeri uno della canzone italiana: ha già inciso 42 canzoni (32 scritte da lui), molte delle quali sono entrate in classifica; richiestissimo e pagatissimo nelle serate dal vivo, per muoversi tra uno spettacolo e l'altro ha percorso «290 mila chilometri di strada e preso 102 voli aerei». Ha mosso i primi passi da professionista grazie al fiuto di Teddy Reno come scopritore di talenti e si è affermato come cantante di successo dopo il lancio televisivo de Il capello a "Studio Uno", senza passare per la trafila dei concorsi per voci nuove, che allora erano tanto d'obbligo quanto oggi sembra sia d'obbligo il passaggio attraverso i talent show.

Il disco di cui ci occupiamo oggi nasce da un'iniziativa della RCA, che nel 1965 decise di lanciare una nuova collana di 33 giri a prezzo medio con le registrazioni, effettuate in studio ma dal vivo e alla presenza di un pubblico di invitati, di due fra i cantautori più noti all'epoca: Gino Paoli e, appunto, Edoardo Vianello. Lo studio A, gigantesco e unico in Italia, era il più grande tra quelli di Via Tiburtina: serviva di solito per le incisioni di grandi orchestre sinfoniche, ma poteva contenere circa un migliaio di persone e, pertanto, venne sfruttato anche per questi due concerti-evento che furono poi trasformati in LP.

Dalle chiacchierate che Vianello fa con il pubblico tra un brano e l'altro, emerge la verve di un simpatico intrattenitore, un valore aggiunto che risultò utile a Edoardo per definire un suo stile di cantante non necessariamente sentimentale e niente affatto intimista o "romantico". Successi come
I watussi, Abbronzatissima, Guarda come dondolo o Pinne, fucile ed occhiali hanno poco a che fare con le tradizionali storie d'amore tormentose e tormentate che hanno fatto la fortuna di altri cantautori dell'epoca. Sono piuttosto servite a etichettare Vianello come cantante d'evasione, ma questa etichetta a lungo andare ha finito col nuocergli. Nell'immaginario del pubblico, anche di quello odierno, Edoardo Vianello resta infatti il simbolo dell'Italia del boom economico. Le sue canzoni sono legate ai ricordi di estati dorate e felici e sono tra l'altro inserite in colonne sonore dicult movie, come "Il sorpasso" di Dino Risi, testimonianze significative e indelebili di quella stagione del costume italiano. Una volta cambiati i tempi, era pertanto inevitabile il suo declino discografico (prima della nuova affermazione come "I Vianella" e prima dell'ondata di revival che prese il via con il film "Sapore di mare"), anche se in qualche intervista televisiva o giornalistica Vianello ne ha attribuito la colpa a trasmissioni come "Bandiera gialla" e "Per voi giovani" che avevano cominciato a influenzare i gusti dei giovani mandando in onda modelli troppo british per essere compatibili con lo stile che lui aveva proposto e continuava a proporre.

In
Edoardo Vianello allo Studio A il cantautore romano presenta undici canzoni, molte delle quali già conosciute. Si parte con un accenno de I watussi (ma verso la fine del brano si percepisce un taglio che fa pensare che in realtà abbia eseguito la canzone per intero), per poi passare a una curiosa versione maschile di Ti ho conosciuto, già incisa da Rosy e da Rita Pavone. Verosimilmente il pezzo gli è stato proposto da Carlo Rossi, suo collaboratore abituale in quel periodo e autore del testo del brano, di cui un certo Dansavio (tutti sappiamo chi è) figura come compositore della parte musicale.

Arriva poi
Le tue nozze, canzone non sua ma proveniente dal team di Gianni Morandi, uscita poco tempo prima su 45 giri e presentata da Vianello al Festival di Zurigo. Il pezzo successivo è la facciata B dello stesso 45 giri: Da molto lontano ebbe in realtà maggior fortuna di Le tue nozze e merita di essere ricordato perché è il primo ad essere firmato da un giovanissimo Franco Califano. L'atmosfera si alleggerisce con una versione della Tremarella senza l'arrangiamento di Morricone, per poi caricarsi nuovamente di pathos con O mio signore, una delle canzoni di maggior successo di Vianello, anche all'estero, ad esempio nei paesi latinoamericani.

La seconda facciata si apre con una sentita cover di
Ragazzo mio di Luigi Tenco, per poi passare ad alcuni inediti: Tanti auguri a te, sempre di Califano, che fu incisa anche da Marisa Solinas, Quando vedo gli altri, che Vianello aveva tentato di portare a Sanremo ma che dovette ritirare per ordine della RCA a causa del boicottaggio che la casa discografica volle mettere in atto contro il Festival. Dopo Se ti incontrerò, il disco si chiude con una versione de Il peperone in cui si percepisce nettamente Vianello che canta non con il gruppo d'accompagnamento, né sopra una base musicale, ma direttamente sul disco inciso, tanto da ottenere un curioso effetto di doppia voce.

A risentirci

Orlando

EDOARDO VIANELLO ALLO STUDIO A (9-1965)
01 I Watussi (Rossi-Vianello)
02 Ti Ho Conosciuta (Dansavio-Rossi)
03 Le Tue Nozze (Migliacci-Zambrini)
04 Da Molto Lontano (Califano-Vianello)
05 Tremarella (Rossi-Vianello)
06 O Mio Signore (Mogol-Vianello)
08 Tanti Auguri a Te (Califano-Zambrini-Vianello)
09 Quando Vedo Gli Altri (Califano-Vianello)
10 Se T'incontrerò (Mogol-Pallavicini-Vianello)
11 Il Peperone (Rossi-Vianello)

17 maggio 2010

EDOARDO VIANELLO - Arriva un’altra estate con pinne, fucili ed occhiali

- di Mino Rossi

Edoardo Vianello sempre in tour con i suoi tormentoni più famosi nati nei favolosi anni Sessanta. Musica e humour, e le sfrenate invenzioni del paroliere Carlo Rossi. Il cantautore romano è un picaro delle spiagge, un trionfatore dei juke-box, un re Mida del mare. La popolarità dei Watussi e il cha-cha-cha della Cicciona mentre sulle passerelle spopolava Twiggy, la modella pelle e ossa. Twist e surf sulle terrazze degli stabilimenti balneari quando incrociavamo le mani "come farebbero i marziani". Ma il massimo fu l'hully-gully.

Maledetto picaro delle spiagge che ci hai costretti a fare quattro passi avanti, quattro indietro, tre avanti, un giro e ancora tre passi avanti con saltello per ballare l'hullygully al tempo dei Watussi sotto il Kilimangiaro che inventarono tanti balli e il più famoso era l'hullygully. Sono stati giorni di follie, in quegli anni Sessanta, e di ragazze abbronzatissime, a a a abbronzatissime, col profumo di salsedine e il viso nerissimo. Rotolavano i barattoli di Gianni Meccia, girava il mondo di Jimmy Fontana, tutti legati al granello di sabbia di Nico Findenco, e andavamo con pinne, fucili e occhiali a tuffarci con la testa all'ingiù in quel mare che era una tavola blu. Caro Edoardo Vianello, picaro delle spiagge, le tue canzoni a tutto volume nei lidi dell'estate a diffondere allegria e cha cha cha, simpatia e twist, amori a prima vista e surf, ancora echeggiano in riva al mare, sulle rotonde e sotto gli ombrelloni. Carissimo, ma vuoi vedere come dondolo ancora? Guarda come dondolo con le gambe ad angolo, con l'ultimo capello biondo che m'è rimasto, ma quale capello, è solo un crine di cavallo.

Siamo andati avanti così noi degli anni '30 e dintorni, i trentenni degli anni Sessanta, e il mio 1934 fu una magnifica infornata di talenti, Sophia e Brigitte Bardot, Yuri Gagarin, Giorgio Armani, Gino Paoli e Ornella Vanoni, l'anno in cui l'Italia vinceva la prima coppa del mondo di calcio. Tu venisti alla luce e alla canzone quattro anni dopo, nel 1938, in buona compagnia, Nino Benvenuti e Claudia Cardinale, Celentano, Califano, Maurizio Costanzo. A Chicago, quell'anno, esplose il boogie-woogie. In Italia si cantava faccetta nera e non ci davamo pace per Maramao che era morto nonostante non gli mancassero il pane e il vino. Natalino Otto si toglieva un sassolino dalla scarpa. Bene, Edoardo Vianello. Leggo la tua autobiografia ("Re Mida dell'estate", Armando Curcio Editore) e ricavo la notizia della fisarmonica che era di tua sorella, ma te ne impossessasti per inventare motivi ballabili e, a 18 anni, vai sul palco del Teatro Flaminio, a Roma, per lo spettacolo allestito dall'Istituto di ragioneria Leonardo Da Vinci, tu aspirante ragioniere e improvvisato gospelsinger, cantante di gospel con un quartetto di finti negretti, e ti metti a cantare good morning sister Mary, good morning brother John, nientemeno lo spiritual che Mahalia Jackosn canta a Newport sotto la pioggia. Era il 1956. Grace Kelly sposa Ranieri d i Monaco. Te ne vai a fare l'attore e il cantante nella Compagnia di Lina Volonghi, Alberto Lionello e Lauretta Masiero. Incontri un ragioniere, tu che non sei più diventato ragioniere, ed è Carlo Rossi, il paroliere romano che ha quasi vent'anni più di te e, a tambur battente, nascono i successi infiniti di "Abbronzatissima", la sesta canzone più cantata dagli italiani all'estero, 50 milioni di copie nel mondo, e "I Watussi", tra le quindici canzoni più eseguite in Italia.

John Fitzegerald Kennedy è il presidente della nuova frontiera, Mary Quant accorcia le gonne alle ragazze, Martin Luther King marcia pacificamente a Washington, la Rai apre un secondo canale televisivo, Neil Armstrong e Buzz Aldrin mettono piede sulla Luna, i quattro Beatles già marciano in fila indiana sulle strisce pedonali di Abbey Road a Londra. Erano i favolosi Sessanta, caro Edoardo Vianello. Cinquecentomila figli dei fiori andarono a Woodstock. Piovve e ballarono nel fango, nudi e con un po' d'erba, e Jimmi Hendrix cantò per due ore accompagnandosi con la celebre chitarra, e Joan Baez fu proprio l'usignolo di Woodstock. Chi siamo, non pensiamo al domani. E' il consiglio musicale del 1959. Lesley Hornby, la fantastica ragazza della swinging London, è magra come un legnetto, e perciò la chiamano Twiggy, fotomodella pelle e ossa. Ma tu, Edoardo Vianello, vai controcorrente con "Cicciona cha cha cha". Sanremo? "Che freddo" la cantano Sergio Bruni, Claudio Villa e Sergio Endrigo nel 1961. Il supremo Ennio Morricone introduce inconsuete sonorità negli arrangiamenti della tua allegria musicale. Siamo in pieno clima di tormentoni. Quanto ci hai tormentato, Edoardo Vianello? Il juke-box ha la febbre.

La pista è invasa. I piedi sono bollenti. Siamo due esquimesi nell'inverno di Alessandria, nel vento di Torino, nello sbadiglio di Milano. Carlo Rossi le inventa tutte. Ha una fantasia inesauribile, miscelatore straordinario di ironie che la tua musica, Edoardo, condisce ed elettrizza mentre la tua voce perentoria s'irradia affondando nei nostri padiglioni auricolari. Ti fanno il verso in tanti. Mina sulla stessa spiaggia e sullo stesso mare. Gino Paoli col sapore di sale e col sapore di mare. Ma la partita di pallone urlata da Rita Pavone è tua e di Carlo Rossi, il tandem che non perdona, la domenica mi lasci sempre sola per andare a vedere la partita. E, alla partita, gli altoparlanti diffondono watussi e abbronzatissime, pinne, fucili e occhiali che si sovrappongo a terzini, mediani e attaccanti. Siamo nel tuo mondo spiritoso e disimpegnato, Edoardo. Suona una tumba e mi vien la tremarella muovendo le mani, sfiorando col dito la bocca, incrociando le braccia. La tremarella del 1964 q uando ancora Gigliola Cinquetti non aveva l'età e dal poligono di Wallops Island, in Virginia, sparammo un razzo col primo satellite italiano. Ma noi in preda alla tremarella ballando il surf. Ci pensi, Edoardo? Il surf, incrociando insieme queste mani come farebbero i marziani. Così il tempo è volato. Mezzo secolo è volato sotto i raggi del sole (come è bello sognare) e alle falde del Kilimangiaro (dove ci sta un popolo di negri). Ed ora te ne vai fotografando le fontane di Roma, duemila fontane, le più famose e le più segrete dell'urbe, e non ti fermi mai, re Mida dell'estate, tormento ed estasi di noi che ai watussi gli arriviamo alle ginocchia e le abbronzatissime sono abbronzate tutto l'anno.

Da www.lisolaweb.com

11 maggio 2010

”Lotto per amore”, insieme agli artisti per una serata di solidarietà


Katia Ricciarelli, Enrico Brignano, Irene Fornaciari, Paolo Migone, Annalisa Minetti, Antonio Giuliani, Paolo Meneguzzi, Amedeo Minghi, Antonello Costa, Edoardo Vianello, Demo Mura e Silvia Mezzanotte. Ecco alcuni degli artisti che questa sera, in seconda serata (23.40), si esibiranno su Raidue per una serata di solidarietà. L’appuntamento è con ‘‘Lotto per amore’‘, un programma che sarà condotto da Giancarlo Magalli e Monica Setta e che prende spunto dall’azione congiunta del Corpo della Guardia di Finanza e la Fondazione Raphael Onlus. Entrambe, infatti, hanno portato alla realizzazione di numerosi progetti di solidarietà in favore dei bambini congolesi. Lo scopo è quello di tendere una mano a chi ne ha bisogno.
E un modo ”leggero” per farlo è proprio con buona musica e comicità.

Francesca D’Amico