30 ottobre 2011

Edoardo Vianello, l'inverno della canzone romana.


L'intervista
Ilaria Ravarino

Il cantante sarà sul palco del Festival della Canzone Romana il 31 ottobre al Teatro Olimpico insieme a Franco Califano e Lando Fiorini, altri due simboli di una tradizione che rischia di scomparire. "Ed è un peccato visto che la canzone napoletana, invece, dimostra di funzionare benissimo anche oggi". L'artista, che vive a San Giovanni, ha provato "un dolore infinito" per gli scontri del 15 ottobre, e ora si appresta ad avviare una tournée teatrale che conclude la sua carriera di ILARIA RAVARINO

Lando Fiorini il cantastorie, Franco Califano la testa calda ed Edoardo Vianello, il re Mida dell’estate: in scena il 31 ottobre alle 21 al Teatro Olimpico, il XXI Festival della Canzone Romana porterà sul palco un trio di colonne portanti della tradizione canora capitolina. Tre musicisti molto diversi tra loro, tutti nati nel ’38 e tutti romani di nascita o di cuore (adottivo Califano, nato sotto il cielo della Libia, modenese Fiorini nei primi anni dell’infanzia), tutti in piena attività nonostante colleghi più giovani, e altrettanto turbolenti, si siano già dati più o meno serenamente alla pensione. Collega di Franco Califano, con cui divise notti e testi nei chiaroscuri della Roma anni ’70, Edoardo Vianello dei tre è quello col curriculum più romano, nonostante i suoi più grandi successi non siano in dialetto.

Nato a San Giovanni, "Via Etruria" precisa lui, cugino del Vianello milanese, quel Raimondo nato a Roma ed emigrato al Nord, oggi vive al quartiere Trieste e per hobby colleziona fotografie di fontane romane. Quando ha voglia canta, e con le sue canzoni è riuscito a battere più di un record: nel 2010 la sua I Watussi ha festeggiato la diecimillesima riproduzione con un Guinness dei Primati, mentreAbbronzatissima si piazzava tra le dieci canzoni più cantate dagli italiani all’estero. Ha molti progetti Vianello, fra cui quello di ritirarsi. E una consapevolezza dolce e molto amara: la Roma di oggi ha perso la voglia di cantare.

Che fine ha fatto la canzone romana?
Si è persa. Ed è un peccato visto che la canzone napoletana, invece, dimostra di funzionare benissimo anche oggi. Già solo mettere in piedi un festival della canzone romana è un obiettivo arduo. Il problema è che non c’è continuità: ai tempi della Ferri ci fu un certo ritorno, al quale mi appoggiai io con I Vianella, Venditti, poi lo stesso Baglioni... anche se lui non cantava in romano.

Ma se la canzone romana non la fa più nessuno, di chi è la colpa?
Degli autori prima di tutto, perché pensano che questo non sia un genere che li porterà al successo. Hanno tutti questa smania del successo, oggi! E poi è colpa anche del mercato: ai tempi de I Vianellapotevi sperimentare, il mercato ti ripagava sempre. Oggi o sei il numero uno, o non vendi nemmeno 100 copie agli amici. Più che buttarsi sulla canzone amatoriale alla romana, oggi la gente preferisce tentare il cantautorato.

Oppure un talent show in tv. Lei che ne pensa di quei programmi?
I talent tutto sono tranne che palestre in cui sperimentare. Non mi piacciono, sono posti dove puoi avere successo senza avere basi artistiche: è come vincere perché hai dei bei muscoli, e quando i muscoli calano che fai?

Scusi, ma le sue canzoni non è che fossero così artistiche: Guarda come dondolo, I Watussi...
Quelle erano idee commerciali che sarebbero anche potute morire a fine estate. E invece no. Io mi sono impegnato, ho cercato di rianimarle, di coltivarle, di portarle in giro. E il successo che hanno raccolto è dipeso sia dalle canzoni, sia dal genere di musica che avevo scelto, sia dai miei sforzi. E comunque anche nei talent, o nei reality, c’è chi si è impegnato: il povero Taricone per esempio.

Ma c’è una canzone moderna che secondo lei parla della Roma di oggi?
No. Non ci sono più canzoni con un testo così “spontaneamente” romano. E non mi venite a dire che il rap romano racconta la Roma di oggi.

Quanto è cambiata la sua Roma?
Tantissimo. Ma le periferie erano e restano brutte.

Il suo quartiere, San Giovanni, il 15 ottobre è stato terreno di scontro tra polizia e manifestanti: cosa ha provato?
Un dolore infinito. Per fortuna non se la sono presa con i monumenti, c’è andata di mezzo giusto una madonnina....

C’è qualcosa che non le piace di questa Roma?
Le orrende case costruite dalla speculazione edilizia. Ma io dico: che almeno speculassero bene... Poi non mi piacciono i tribunali di Piazzale Clodio, e l’Auditorium. Ma almeno riconosco che là dietro c’è un’idea.

Mi dica del suo hobby: come si va a caccia di fontane?
Prima mi preparo a tavolino. Ho fatto una specie di censimento individuando 700 fontane, cui ho scattato 2.520 fotografie. Ma me ne mancano ancora 450, difficilissime da trovare, perché purtroppo alcune sono nelle ambasciate, e per entrarci devi conoscere qualcuno. Molte non sono nemmeno riportate sui libri: c’è gente che magari ha nel palazzo una bocca di leone e nemmeno lo sa. Non immagina che discussioni con i portieri, quante volte mi hanno cacciato.

Non la riconoscono?
A volte citofono e dico: "Sto facendo una ricerca, mi fa entrare? Sono Edoardo Vianello... A-A-Abbronzatissima...». E allora aprono.

Le sue fontane preferite?
Un gruppo di fontane realizzate nel ’27 per un concorso comunale, dovevano rappresentare i rioni del centro. Le fece Pietro Lombardi. Tra le altre: la Pigna a Piazza Venezia, Gli Artisti di Via Margutta, le Anfore a Testaccio, la Botte a Trastevere. Ma la più bella delle fontane di Roma per me è quella delle tartarughe. La più scenica il Fontanone del Gianicolo.

I suoi prossimi progetti?
Una tournée teatrale, quella con cui concluderò la mia carriera.

Si ritira anche lei, come Vasco Rossi?
Non ho detto questo. Per me questa tournée può durare anche 20 anni. Infatti si chiama Prima che io smetta.

11 ottobre 2011

Hully Gully, record mondiale raggiunto a Nola.

Hully Gully, record mondiale raggiunto a Nola

NOLA - Record Mondiale raggiunto: 582 persone hanno ballato l’hully gully nella piazza del Vulcano Buono a Nola! Il gruppo che più numeroso che abbia ballato l’hully gully entra ufficialmente nel libro del Guinness dei Primati.
La canzone sulla quale si è stabilito il record è "I WATUSSI" di Edoardo Vianello, suonata dal vivo da un’orchestra.
L’ente certificatore del record è stato l’A.N.M.B. (Associazione nazionale Maestri di Ballo).
L’iniziativa rientra nella manifestazione “Il Binario: in viaggio nel territorio!” una kermesse che unisce momenti di educazione a momenti di svago, organizzata dall’Associazione Ambiente In Club.

La serata conclusiva c
on il tentativo di record è stata condotta da Angela panico che ha ballato con maradona a Ballando con le stelle. Ospite della serata: Lisa Fusco.
Il freddo improvviso e le minacce di pioggia non hanno frenato l’entusiasmo degli organizzatori ma soprattutto delle 582 persone di tutte le età che si sono riversate nella piazza del “Vulcano Buono”. Già dalle prime ore del pomeriggio si notavano gruppetti che provavano i passi del famoso ballo di gruppo. Poi a partire dalle 19.00 sono partite le procedure per il calcolo del record: la firma al registro ufficiale che verrà inviato direttamente a Londra, dove ha sede il Guinness dei Primati e poi il ritiro della maglietta con la consegna del tagliandino di iscrizione per la verifica del numero di partecipanti e l’ingresso nell’area delimitata da transenne. Un esercito di persone unite dalla voglia di divertirsi in maniera ecologica!