30 aprile 2009

Edoardo Vianello tornato da New York, racconta

da iltempo.it
Nessuna quarantena o allarmismi isterici. Solo prudenza e massima informazione nei luoghi deputati dall'opinione pubblica (come appunto gli aerei e gli aeroporti) al facile contagio delle pericolose pestilenze. E se qualcuno starnutisce o si sente male sull'aereo, il personale di bordo può informare la task-force della Sanità Aerea. È scattato ufficialmente ieri il protocollo di sicurezza «anti-influenza suina» all'aeroporto di Fiumicino, che consiste in una maggiore attenzione da parte degli addetti aeroportuali e nella distribuzione di volantini informativi per i passeggeri in partenza o in arrivo dalle zone a rischio.

Ieri, dal Leonardo da Vinci, sono stati due i voli con destinazione Messico, il paese in cui si sono verificati più episodi. In pochi, meno di un 10%, ha voluto rinunciare ad un viaggio programmato magari da mesi. «Sinceramente non sono preoccupata – dice Sara, in partenza per Cancun con il volo Blue Panorama delle 13 – tanto resteremo quasi sempre al villaggio turistico e seguiremo tutte le istruzioni che ci hanno fornito. Ho speso una fortuna per questa vacanza e la sogno da almeno un anno».

Più del 70% infatti dei viaggiatori ha deciso di partire comunque, ma di cambiare località lungo la strada per prudenza. «Abbiamo preferito, non senza qualche difficoltà, di arrivare a Cuba e fermarci là, invece di sbarcare nello Yucatan come avevamo programmato – aggiunge Paolo, 31enne romano in partenza con gli amici – Visto che è la stessa Farnesina a sconsigliare il viaggio, non ci sembra il caso di rischiare. Cercheremo comunque di stare attenti all'igiene come suggerito dagli addetti qui a Fiumicino». Erano dislocati tra i terminal delle partenze già dalla mattinata, infatti gli addetti della Sanità Aerea che hanno distribuito i primi opuscoli preparati dal Ministero della Salute, con i consigli per i viaggiatori in partenza e in arrivo dalle aree in cui è in corso l'epidemia, soprattutto Stati Uniti e Messico.

Sui volantini, oltre ad essere indicate alcune informazioni sulle infezioni da virus dell'influenza suina, sono riportate alcune raccomandazioni: evitare la visita di mercati o di fattorie in cui si può venire a contatto con i suini; consumare cibi a base di carne suina solo dopo accurata cottura; evitare di portare le mani a contatto con occhi, naso e bocca; lavarsi spesso le mani con acqua e sapone o con detergenti a base di alcool. Primi a ricevere gli opuscoli sono stati i passeggeri provenienti da New York: tra di loro un sorpreso vip, il cantante Edoardo Vianello, anche lui con foglio in mano.

«Abbiamo saputo dell’emergenza leggendo i giornali Usa - spiega il cantante Edoardo Vianello, rientrato da New York - ma le autorità sanitarie sostenevano che era sotto controllo. Comunque, per precauzione, noi carne suina non ne abbiamo mangiata». Anche gli altri passeggeri confermano che a New York non c’è nessuna psicosi.

Inoltre, secondo fonti aeroportuali, sarebbe previsto anche che i comandanti dei voli provenienti dalle aree interessate dai focolai di influenza suina debbano comunque inviare un rapporto all'ufficio di Sanità aerea e segnalare eventuali casi di passeggeri a bordo che abbiano accusato malori. Ma, dicono da Adr, società che gestisce l'aeroporto di Fiumicino, nessuna quarantena o protocolli sanitari particolari per chi arriva dalle zone «calde». In caso di passeggeri che avvertano malori o i sintomi dell'influenza, questi saranno invitati a rivolgersi al proprio medico di fiducia o, se necessario, assistiti dal personale medico dello scalo e accompagnati in ospedale.

Ridotti al minimo dunque i rischi, soprattutto per la scarsità di voli diretti, o di linea, dal Messico. Sono solo due infatti le tratte considerate a rischio e si tratta di voli charter, ovvero velivoli predisposti al trasporto di passeggeri diretti solo ai villaggi turistici. L'ultimo, ieri sera alle 18, è stato quello della Livingstone con arrivo a Santo Domingo: pochi anche su questo volo i rinunciatari. «Molti si fermeranno sull'isola – spiega una delle impiegate della compagnia aerea – È stato sufficiente lavorare con i tour operator e la vacanza è stata salvata. Non è utile creare allarmismi, ma nello stesso tempo si sconsiglia comunque la partenza».