23 novembre 2010

COMUNICATO DI EDOARDO VIANELLO

A un’assemblea di artisti, poco prima del naufragio del mio mandato di presidente dell’Imaie, dovuto ai siluri dal Prefetto di Roma Pecoraro, sparati su pressione dei soliti noti, rivolsi ai presenti un forte appello affinché gli stessi, una volta per tutte, facessero sentire la loro voce e dessero vita e sostanza alla nebulosa affermazione che “l’Imaie è degli artisti”, appropriandosene veramente.

Poi è accaduto tutto quello che sappiamo. Stupefatti, continuiamo a domandarci come sia possibile che il governo, per mettere da parte me abbia dovuto addirittura emanare un decreto legge (quanto mi sentirei importante se non sapessi che l’obiettivo era un altro).

Vi risparmio l’elenco di tutti i tentativi che ho fatto nella mia posizione di ultimo presidente dell’Imaie per evitare la liquidazione dell’Ente. Non voglio fornire facili argomenti a chi sostiene che il mio impegno fosse mirato principalmente alla conservazione di una poltrona, oltretutto scomoda e poco presidenziale.

Comunque, ora, per la soddisfazione dei cospiratori in agguato, siamo alla resa dei conti. Con questo risultato:

Un signore, nominato da un ministro barcollante, su parere di un capogabinetto, convinto a sua volta da un sottosegretario, ci informa che la Nuova Imaie (i cui proprietari rimangono sempre e solo gli artisti) avrà un presidente governativo, subirà il controllo di tre ministeri, si baserà su uno statuto già deciso dai sindacati e dovrà farsi carico di un parco dipendenti, in buona parte responsabile del fallimento dell’Istituto, traslocato automaticamente e in blocco dalla Vecchia Imaie alla Nuova.

Viceversa, gli artisti soci (cioè i veri proprietari dell’Imaie) per poter partecipare alla vita sociale dell’Ente e far sentire la loro voce dovranno prima lavorare per impinguare le casse del nuovo Istituto, e poi superare un esamino per verificare se sono veramente artisti oppure abusivi che sarebbero meglio impiegati a vendere pesce o carne in scatola.

E chi sono gli esaminatori?

I soliti noti di cui sopra, autoqualificatisi “professionisti” grazie alla laurea che portano appesa all’aureola.

Se siete convinti che stia sproloquiando, furioso per aver perso l’ambita presidenza, voltatemi le spalle senza rimorsi, altrimenti abbiate il coraggio di darvi una scossa prima che sia tutto perduto.

Io ci sarò, non nel gruppo di testa, ma in mezzo a voi tutti.

Edoardo Vianello

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