25 gennaio 2010

Edoardo Vianello. IN UN LIBRO I MILLE BRANI MUSICALI CHE CI HANNO CAMBIATO LA VITA. O QUASI

CANZONI DI SEMPRE

Una doveva cantarla Mina e invece l’ha fatto Rita Pavone. Un’altra Celentano l’ha data alla Caselli. Storia e curiosità della colonna sonora della nostra vita.

Forse non ci hanno cambiato la vita, ma qualche segno l’hanno lasciato: sono tante le canzoni che Ezio Guaitamacchi ha raccolto in un librone di quasi mille pagine, pubblicato da Rizzoli e intitolato appunto 1000 canzoni che ci hanno cambiato la vita.

Lo sapevate per esempio che La partita di pallone, la canzone che diede il successo a Rita Pavone, in realtà era stata scritta per Mina? Furono i discografici della "tigre" a bocciarla, nonostante i suoi autori – Edoardo Vianello e Carlo Alberto Rossi – l’avessero confezionata su misura per la spregiudicata interprete di Cremona. L’idea era quella di fotografare una situazione allora assai diffusa, «perché, perché la domenica mi lasci sempre sola per andare a vedere la partita di pallone, perché, perché qualche volta non ci porti pure me?».

Allora la Tv non trasmetteva il calcio in diretta e, qualche volta, nella mente sospettosa di qualche fidanzata o moglie balenava il sospetto che lo stadio fosse un alibi per consentire al tifoso di casa una scappatella. Tifo e dubbio dunque, che, bocciata Mina, la Rca decide di affidare a una ragazzetta di 17 anni appena scritturata, Rita Pavone, che con quella canzone spicca il volo.

Era il 1962, e saranno proprio gli anni Sessanta a produrre parecchie delle canzoni che si cantano ancora oggi, ma la vera rivoluzione musicale è cominciata nel 1953, quando un giovanotto pugliese scrive il primo dei suoi capolavori. Si intitola Vecchio frack. E il giovanotto, Domenico Modugno, si ispira a un documentario girato dall’amico Riccardo Pazzaglia. Era la cronaca del lavoro notturno dei netturbini, che all’alba cominciavano a pulire la città. Poi la macchina da presa si spostava su un uomo in frack di ritorno da una festa. Quindi una zoomata inquadrava un papillon abbandonato tra i rifiuti.

di Gigi Vesigna

Famiglia Cristiana


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