MERCOLEDÌ 30 LUGLIO 2008
Edoardo Vianello, domani la festa-regalo per Roma
«Abituato com’ero al calore della gente ci rimasi malissimo quando arrivarono quei fischi e avvertii l’ostilità del pubblico ideologizzato – ci ha raccontato – ma io intendevo la musica come un fatto di divertimento collettivo e come espressione dello stato d'animo generazionale, non come strumento per fare politica. Non sarei mai stato credibile a improvvisarmi cantautore cosiddetto impegnato». Sulla creatività di quegli anni calò il sipario dell’ideologia. Così Vianello decide di farsi da parte e fonda una casa discografica, l’Apollo Records, trampolino di lancio per musicisti come Ricchi e Poveri, Amedeo Minghi e Renato Zero. Poi si rimette in gioco. Nasce, con la moglie Wilma Goich, il duo musicale I Vianella. «Volevamo fare una cosa diversa e non sembrare due reduci alla ricerca del successo perduto». La scommessa è di quelle rischiose: puntare sulla canzone romanesca. Vinta. Semo gente de borgata sbanca al Disco per l’estate. Poi il sodalizio professionale e il matrimonio si esaurisce e Vianello torna alla sua attività di solista girando tutte le città italiane. Da allora non si è più fermato, sempre pronto a infiammare le nostre estati con l’entusiasmo di un ragazzino. Altro che canzoni “sedative” come quelle dei giovani cantanti alla Paolo Meneguzzi.
Settant’anni – compiuti il 24 giugno – e non sentirli, Vianello, perchè la gioventù è uno stato d’animo prima ancora che un dato anagrafico. Intramontabili le sue canzoni, colonne sonore di intere generazioni di italiani. Tramandante di padre in figlio – per citare alcuni dei suoi cavalli “marini” di battaglia: Guarda come dondolo, I Watussi,Abbronzatissima, Pinne fucili e occhiali – sono ora nuovamente raccolte nell’antologia Replay (insieme a brani non suoi ma appartenenti al suo stile e per questo a lui attribuite dal pubblico). Una miniera di allegria, un ricostituente per giovani e meno giovani stressati, il disco. Bellissimo, compresa la copertina – con tiratura, limitata, anche in vinile – affidata a Pablo Echaurren, illustratore visionario e grande esperto di futurismo, che di Vianello è un fan dichiarato. «Uno dei pochi artisti che mi dà la carica – ci ha confidato tempo fa – l’unico vero beach boy italiano». Già, i Beach Boys, immaginifica espressione del Surf rock, inno libertario e festaiolo all’amicizia e alla gioventù che “raccontava” la vita balneare e alla cultura del surf. E non è tutto. «Vianello – sostiene Echaurren – è un futurista. Non soltanto per il Dna, essendo figlio di Alberto, artista presente nell’antologia marinettiana I nuovi poeti futuristi (Roma, edizioni futuriste di Poesia 1925), ma anche come interprete scanzonato del genere burlesque di Petrolini e De Angelis: ironia e giocosità». La festa di Vianello, pertanto, rappresenta a pieno titolo un “assaggio” delle notti futuriste annunciate daUmberto Croppi, assessore romano alla cultura. E, a chi può, non resta che gustarsela, facendo a Vianello gli auguri per una ancora lunghissima vita artistica.