24 ottobre 2009

EDOARDO VIANELLO, FRA NOTE E PAROLE, LA STORIA DI UN POMERIGGIO A CORTE DEL “RE MIDA DELL’ESTATE”


Written by gioeco

ottobre 23rd, 2009

1ALE3868Enzo Giannelli, Edoardo e Andrea Vianello,hanno preso parte,ieri, 22 ottobre, alla conferenza stampa di presentazione del libro “Edoardo Vianello – Re Mida dell’estate”, la prima biografia ufficiale,

ma scherzosamente “non Autorizzata”, scritta da Enzo Giannelli e Andrea Vianello, pubblicata dalla

Armando Curcio Editore che ha all’attivo altre biografie illustri come quelle della Callas, di Pavarotti, di Modugno e dello stimatissimo Carosone e dal 22 ottobre, con i dovuti scongiuri auspicati durante la show case dal nipote di Vianello, Andrea, noto giornalista di RAI TRE, anche quella di Edoardo.

Una biografia che vuole ripercorrere e raccontare la storia di una epoca in cui la canzone aveva una connotazione ben precisa ed un senso assai

vicino alla concezione che dentificava la musica leggera come melodia nata per il ballo ed al tempo stesso per raccontare, senza falsi inganni e con semplicità,

le emozioni “leggere” del quotidiano vivere.
Senso che, lo stesso Giannelli, ad un certo punto, comincia a non ritrovare più nella Canzone Italiana che prende piede a partire dagli anni 70.Anni che hanno visto la spensieratezza cedere il passo ad una forma artistica più politicizzata e meno ispirata alla poesia, se leggera o impegnata poco importava.

L’occasione della presentazione del libro già all’attenzione del pubblico e degli addetti ai lavori, giunti numerosi presso la libreria Mondadori di Fontan di Trevi, nonostante il brutto tempo, ha permesso a Edoardo Vianello di poter accompagnare, chitarra alla mano, attraverso canzoni celebri, le storie richiamate all’attenzione della narrazione di Enzo Giannelli. Complice del pomeriggio di note e parole, Mariano dei Pandemonium al fianco di Edoardo con tanto di chitarra.

Ed è proprio con la storia di una chitarra, seppur immaginaria, si aprono i ricordi di Vianello.
L’inizio carriera di Edoardo nasce, infatti, sulla base di un impellente desiderio, quello di poter avere a disposizione lo stesso strumento che, ai tempi della scuola, durante le lezioni, era solito disegnare sul righello. Cinque immaginarie corde sulle quali giocava a fare l’artista ed a provare e riprovare improponibili giri di accordi che diventarono reali soltanto molto tempo dopo.

Vianello si ricorda ancora oggi dell’emozione provata dal movimento dei suoni genarato da una chitarra vera.
Emozione che produsse subito in lui l’esigenza di diventare autore sia di musica che di testi.
Da quella folgorazione nacque così la canzone “PUPA” che poi fu incisa da Teddy Reno, anch’egli presente allo show case di ieri, anche se solo telefonicamente.

La particolarità di quella canzone ? Il fatto di essere una mera dedica ad una ragazza per la quale Edoardo provava un forte senso di inferiorità.

Teddy Reno ebbe il merito di portare all’attenzione questo pezzo e di contro diede a Edoardo la possibilità di incontrare l’uomo che poi divenne il suo personale paroliere, un tale Carlo Rossi che aveva il pallino di scrivere testi per canzoni.

Dai primi mesi di collaborazione, siamo nei primi anni 60, nacque la canzone “Chi siamo” che con le sue parole iniziali

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Parole nell’aria bruciate dal sole…….
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in breve spopolò e fruttò ad Edoardo i primi ingaggi oltre ad un tutto esaurito al Teatro Adriano nel festival presentato in quegli anni da Enzo Tortora, ed ancora, un contratto con la RCA che segnò l’inizio discografico avallato dal Dott. Vincenzo Micocci e da Lilli Greco e, casualmente, l’ingaggio di otto mesi nella compagnia ”Ardenzi – Longhi – Vianello”, grazie ad un provino presso il Teatro Valle, tentato quasi per gioco.

Seguirono così anni di grandi successi segnati da canzoni come “Il capello”, “Pinne, fucile ed occhiali”, “Guarda come dondolo” e “Abbronzatissima”, canzone quest’ultima nata fra Roma e Milano che verso Lodi si esplicitò nella geniale trovata delle doppia “A” di inizio (”A, A, Abbronzatissima), di cui una cantata un’ottava sotto.

Seguirono in poco tempo “i Watussi” canzone ispirata dalla visione da parte di Carlo Rossi del film “Il Re di Salomone” e giocata tutta su un giro di Blues, tanto per non deludere il pubblico.

Furono quelli i tempi delle prime bands e, quindi anche dei Flippers con i quali Vianello era solito suonare.
La particolarità di questo gruppo stava nei nomi considerati all’epoca di scarso rilievo: Zampa (il giornalista), Bracardi, Catalano, Lucio Dalla e Forlai.

Da queste premesse nacque, poi, l’incontro con Mogol che in una notte scrisse assieme a Edoardo “Oh mio Signore”, pensata come vero e proprio schiaffo per la discografia di quei tempi che aveva etichettato Vianello come “leggero”.

Un “leggero” che scrive ad un certo punto anche la ben nota canzone “La partita di pallone” inizialmente scritta per Papette, promessa poi a Cochi-Mazzetti ma ceduta, infine, a Rita Pavone dopo un incontro avuto con lei ad Ariccia, al Festival degli sconosciuti.

Siamo già nel 67 ed arrivano “Tremarella” e pochi mesi più tardi, nel 1968, il “Solleone”.
Rispunta fuori anche un testo scritto assieme a Gianni Musi negli anni 60, dal titolo ”Umilmente perdono”, canzone presentata al Festival di Assisi e non ritenuta all’epoca credibile in quanto Vianello, poco più che ventenne, si era cimentato nel racconto della storia di un padre che parlava delle delusioni della vita alla figlia appena adolescente.

Sempre sul finire degli anni sessanta nacque l’amicizia con Franco Califano che scrisse per lui “Da molto lontano” e “Carta Vetrata”. Fu solo questo l’inizio di un lungo sodalizio artistico che cominciava proprio alla fine degli anni d’oro per la canzone italiana ritenuta dai “post sessantottini” alquanto frivola e, quindi, poco degna di nota.

I tempi sono, quindi, maturi per la nascita della APOLLO RECORDS che viene presentata il 21 ottobre 1969 al Circolo Marchigiano, lo stesso circolo che aveva tenuto a battesimo Edoardo ai tempi dei suoi esordi artistici.
La Apollo Records vantava al suo “attivo” artisti come Renato Zero, Franco Califano, Amedeo Minghi, una quindicenne Fiorella Mannoia, I Ricchi e Poveri e tanti altri di cui si sono, poi, perse le tracce.

Peccato che, in quegli anni, Renato Zero e la Mannoia, tanto per citarne alcuni, fossero artisti ancora troppo fuori tempo, tant’è che, via via, la Apollo Records fu costretta a lasciarli andare incontro a maggiori opportunità di contratto e, quindi di lavoro.

Arrivano nel frattempo “I Vianella” composti da “Wilma Goich e dallo stesso Edoardo. Il duo molto apprezzato dal pubblico ebbe modo di aprire le porte ad una nuova stagione di successi artistici in parte generati anche dal repertorio ispirato dal dialetto romanesco. Edoardo e Wilma devono così dire ringraziare la creatività talentuosa di Franco Califano. Complici in questo periodo, per dovere di cronaca, anche le intuizioni creative di Amedeo Minghi.

Seguono tante altre esperienze di vita artistica che oggi ritroviamo tutte descritte in questa emozionante biografia edita a quattro mani da Enzo Giannelli e Andrea Vianello.
Biografia che fin dalle prime pagine, attraverso delle stupende immagini fortemente evocative tanto quanto i due cd acclusi, non solo invita alla lettura ma anche all’ascolto attento e non privo di piccoli ma significativi umori dal forte e salato sapore nostalgico.

Giovanni Pirri

da http://blog.allinfo.it/

1 commento:

  1. Piccola precisazione: l'autore della biografia di Edoardo Vianello è soltanto il sottoscritto. Ossia, Enzo Giannelli - Il buon Andrea Vianello non c'entra assolutamente nulla.

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