augusto.sciarra@rai.it
25-11-2010 da Isoradio.it
In quel periodo non ha avuto molti passaggi televisivi. Perché ?
"Non sono mai stato un personaggio. - ha spiegato - Mi si identificava con le mie canzoni. Per molti anni sono stato sempre quello del "Capello", "Guarda come dondolo", "Abbronzantissima". La RAI, dovendo fare spettacolo, chiamava i nomi che più gli facevano gioco. Il juke box era il mezzo per lanciare i miei dischi . Le mie erano canzoni da ascoltare al mare. Eppure non ho mai partecipato al Festivalbar nè al Disco per l'Estate".
Edoardo Vianello ha un ricordo bellissimo di Mina. Racconta:
"Nell'estate del 1960 mi trovavo a San Benedetto Del Tronto. Giravo con una 600 sgangherata e una tenda da campeggio. Quando seppi che Mina si sarebbe esibita in un locale della zona, feci di tutto per conoscerla e farle sentire i pezzi che avevo composto. La sera stessa mi invitò a salire sul palco per cantare e mi fece molti complimenti. Il giorno seguente andai a trovarla in albergo dove mi chiese di incidere una mia canzone ("Che freddo"). L'anno dopo mi volle come ospite al primo Studio Uno, quello con le gemelle Kessler e Don Lurio. Oggi nessun artista avrebbe la generosità di fare tutto questo".
Parlando di Rita Pavone, ha detto: "La sentii per la prima volta al Festival degli Sconosciuti di Ariccia. Io ero l'ospite d'onore. Aveva molta grinta. Per lei scrissi "La partita di pallone" e "Sul cucuzzolo della montagna" .
Quale è stato il momento più bello della sua carriera ?
Ha confessato: "Quando andai a ritirare l'assegno per le vendite del disco "I Watussi" .
Nessun commento:
Posta un commento